Alcuni testimoni del posto, quella mattina la zona fu circondata da un centinaio di poliziotti e tiratori scelti, alcuni di questi si posizionarono sul muretto del Quadrato, dove danno le finestre del piano terra dove è posto l’appartamento. A fianco del cortiletto dell’appartamento, un’officina del meccanico, le saracinesche della bottega erano ancora chiuse. Fori dei proiettili sono ancora visibili nel 2011. I poliziotti iniziarono a sparare per avvisare che l’appartamento era circondato. Così raccontano gli operai dell’officina.
lunedì
NEL PERIODO IN CUI LA POLIZIA FARA’ IRRUZIONE DOVE ERA LATITANTE VALE, IL
GENITORE SI STAVA OPERANDO PER FAR COSTITUIRE IL FIGLIO. ERANO IN CORSO INTESE
PRECISE CON LA POLIZIA ED I SERVIZI.
MA IL 5 MAGGIO LA POLIZIA IRROMPE NELL’ APPARTAMENTO. VALE VIENE FREDDATO.
FURONO USATE 4 MITRAGLIETTE E 4 PISTOLE AD UNA DELLE QUALISCOPPIO’ LA CANNA.
PFURONO SPARATI 140 COLPI. VALE RISULTERA’ COLPITO CON UN SOLO COLPO ALLA
TEMPIA SINISTRA. LA POLIZZIA PARLERA’ DI CONFLITTO A FUOCO, COME RIBADIRA’
PARISI IN UNA SUA DEPOSIZIONE.
LA SERA STESSA DEL 5 MAGGIO FU DIFFUSA LA NOTIZIA DEL SUICIDIO. UN FATTO E’
CERTO. IL PERITO NOMINATO DAI GENITORI DELL’ UCCISO RILEVO’ CHE SULLE MANI DEL
VALE NONN C’ ERANO TRACCE DI POLVERE DA SPARA.
STRANA MORTE DI UN GIOVANE SORPRESO SOLO IN CASA. ANCOR PIU’ SE SI PENSA
CHE LA POLIZIA NON DOVETTE IRROMPERE VIOLENTEMENTE, SFONDANDO LA PORTA, MA
UTILIZZO’ LE CHIAVI PRESE AL TITOLARE DELL’ APPARTAMENTO CHE ERA STATO FERMATO
IN PRECEDENZA.
UNA RIFLESSIONE E’ D’ OBBLIGO. NEL TENTATIVO DI UCCISIONE DI BRAGAGLIA E
NELL’ UCCISIONE DI VALE SI PUO’ TROVARE UNA CHIAVE DI LETTURA DI TUTTO IL
PROCESSO PER LA STRAGE DI BOLOGNA E DEL MODO CON IL QUALE SI E’ TENTATO DI
CONDIZIONARE QUESTO PROCESSO.
DAL LIBRO: “ UN
MECCANISMO DIABOLICO”
EDIZIONI PUBLICONDOR
1. “Lancio” ANSA delle 11,21
del 5 maggio 1982: “Un terrorista neofascista è stato arrestato questa mattina
nel corso di una operazione della Digos. La cattura è avvenuta dopo una
sparatoria in via Decio Mura, al Quadraro, nella periferia sud orientale di
Roma. Il terrorista, non ancora identificato, è rimasto ferito, ed è stato
condotto all’Ospedale San Giovanni. Secondo la prima impressione degli agenti
che lo hanno catturato, sarebbe il neofascista Giorgio Vale….”
2. “Lancio” ANSA delle 12,17
del 5 maggio 1982: “I medici dell’Ospedale San Giovanni hanno detto che le
condizioni di Giorgio Vale sono gravissime. Un proiettile lo ha colpito alla
tempia destra, ed è uscito dalla sinistra. I medici hanno chiamato un prete per
dargli l’estrema unzione”
3. “Lancio” ANSA delle 21,14
del 6 maggio 1982: “Giorgio Vale si è suicidato. Questo il risultato
dell’autopsia, che capovolge la ricostruzione degli eventi che hanno portato
alla cattura e al ferimento del terrorista nero…..”
(Nicola Rao, “Il piombo e la
celtica”, Milano 2009)
Per i militanti fascisti gli anni ’70 e ’80 non furono facili. Rappresentare quell’ideale voleva dire resistere alle azioni delinquenziali dei servi (rossi) del nemico russo, aiutati dagli uomini in divisa, servitori (per uno stipendio di fame) della “democrazia” capitalistica. In quegli anni erano moltissimi i giovani che non aveva accettato di rappresentare quello che ritenevano il partito, del fascismo “in doppio petto” del M.S.I. e quello colluso con i servizi deviati.
La versione dei “servi” parla di suicidio per essersi sentito braccato.
5 Maggio 1982. Un colpo di pistola alla tempia uccide Giorgio Vale sorpreso da un’irruzione della polizia in un appartamento di via Decio Mure al Quadraro.
Via Decio Mure 43
L’affittuario dell’appartamento era Luigi Sortino, una volta militante di Avanguardia nazionale, già arrestato nel 1977 perché a casa sua era stata trovata una valigia con documenti di Stefano Delle Chiaie, affittuario del covo romano di via Decio Mure ((angolo Via Lucio Mario Perpetuo)in cui dormiva Giorgio Vale, già di Terza posizione, passato ai NAR di Valerio Fioravanti.
Sciortino era stato fermato sotto quell’abitazione la mattina del 5 maggio 1982. I funzionari di polizia Umberto Improta e Salvatore Genova (che sarà poi processato per le torture inferte ai brigatisi rossi che avevano rapito il generale americano James Lee Dozier) si fanno dare da lui le chiavi e sorprendono nel sonno Vale che – secondo una versione ritenuta reale negli ambienti dell’estrema destra e certamente plausibile - anziché essere ammanettato, così la versione dei suoi familiari e camerati, viene giustiziato sul posto con un colpo di pistola alla testa.
Il cortiletto dove danno le finestre dell'appartamento
L’officina vicino alle finestre di Via Decio Mure
Infatti, nel comunicato ufficiale delle forze dell’ordine fu evidenziato che durante l’operazione, Vale, sentendosi braccato avrebbe deciso di mettere fine alla sua latitanza. In realtà, nell’appartamento furono ritrovati un centinaio di proiettili provenienti dalle armi in dotazione ai funzionari della Digos e le verifiche della Polizia Scientifica, con il guanto di paraffina, stabilirono che Giorgio Vale non aveva sparato.
Alcuni testimoni del posto, quella mattina la zona fu circondata da un centinaio di poliziotti e tiratori scelti, alcuni di questi si posizionarono sul muretto del Quadrato, dove danno le finestre del piano terra dove è posto l’appartamento. A fianco del cortiletto dell’appartamento, un’officina del meccanico, le saracinesche della bottega erano ancora chiuse. Fori dei proiettili sono ancora visibili nel 2011. I poliziotti iniziarono a sparare per avvisare che l’appartamento era circondato. Così raccontano gli operai dell’officina.
Alcuni testimoni del posto, quella mattina la zona fu circondata da un centinaio di poliziotti e tiratori scelti, alcuni di questi si posizionarono sul muretto del Quadrato, dove danno le finestre del piano terra dove è posto l’appartamento. A fianco del cortiletto dell’appartamento, un’officina del meccanico, le saracinesche della bottega erano ancora chiuse. Fori dei proiettili sono ancora visibili nel 2011. I poliziotti iniziarono a sparare per avvisare che l’appartamento era circondato. Così raccontano gli operai dell’officina.
"IL TEMPO"6 MAGGIO 1982
"L' UNITA'" DOMENICA 12 LUGLIO 1981
L' UNITA' 6 MAGGIO 1982
7 NOVEMBRE 1981
ROMA - Scalinata quartiere Balduina
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